Prendi due amici. Gigi e Andrea. Affiatati, simpatici.
Metti che questi due amici si incontrano per una giornata diversa e decidono di andare a fare un semplice campeggio. Non è un semplice incontrarsi, mettere lo zaino in spalla e partire, non è il semplice piazzare le tende, prendere un caffè, respirare aria pulita, ascoltare il sottofondo della natura per schizzare via dal frastuono quotidiano. Si abbassa il volume della quotidianità, si alza quello dell’interiorità.
Anche perché uno dei due, Gigi, vuole parlare di Dio. Ma Andrea non crede. Gigi usa la scusa di un breve viaggio per un viaggio più profondo attraverso i vangeli, la via migliore per parlargli di Dio in modo moderno.
Andrea non si fa troppi problemi nel mettere “sul tavolo” dubbi e perplessità; un po’ perché vuole mettere alla prova Gigi, ma sotto sotto perché vuole tentare di comprendere, e quel compagno credente è la persona che fa al caso suo.
Gigi ci sta, ma le provocazioni di Andrea lo obbligano ad andare più in profondità e a svelare l’umanità del vangelo che è buona notizia sia per chi crede che per chi non crede.
Lontano dal frastuono quotidiano, in un luogo non ben definito, se non dal silenzio circostante, inizia un confronto particolare ed unico prenderà piede tra i due, e si svilupperà attraverso un racconto tra e nei Vangeli, che prende e vede le cose della vita di tutti i giorni da diverse prospettive, comprese quelle più paradossali.
Si ride, si scherza, ci si arrabbia, ci commuove, si riflette. Marco, Matteo, Giovanni e Luca sono lì che aiutano i due a incontrare il volto di Dio e quindi loro stessi. Non una predica del credente all’ateo, non uno scontro tra posizioni, ma un confronto genuino, un tira e molla di opinioni, che scivola e si intreccia. Il risultato è dinamismo, vitalità, che si spalanca verso nuovi mondi per entrambi i protagonisti.
Un’apertura verso Altro che coinvolge i due e chi si mette in relazione con essi durante lo spettacolo.
Un’ora e quarantacinque minuti di varietà d’arti: prosa, canzoni, monologhi, cabaret, poesia, scenotecnica, animazione. E un finale a sorpresa che si apre sul pubblico chiamato a dire la sua. Perché il vangelo rende protagonisti. Sempre. A partire da un secondo… fino a tutta la vita. Un secondo per me. Un secondo per tutti.
Scarica la locandina dello spettacolo.
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