post

3/12 AUTORI DI BUONE STORIE

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 13,33-37.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.
È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.
Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!». 

Quando sentiamo questo vangelo il rischio di un pensiero anomalo c’è. Che alla fin fine, siccome non sappiamo né il giorno, né l’ora, dobbiamo stiamo bene attenti perché quando Gesù tornerà, ci giudicherà.

Comportiamoci bene perché il giudizio di Dio fa paura. Come i vigliacchi.

O comportiamoci bene perché Dio ci ricompenserà. Come dei mercenari.

È iniziato l’Avvento. E l’avvento avviene e non accade. Ciò che accade, capita, ci cade di fianco, ci cade addosso senza un perché. Ciò che accade è accidentale, quindi fortuito.

Cio che avviene invece ci viene incontro. C’è un’intenzionalità. Un’intenzionalità bella e che punta al futuro, perché avvento, avvenire e avvenente hanno la stessa radice.

Forse Gesù che viene ci vuole dire di vegliare perché se dormiamo ci perdiamo le cose più belle.

Certo che il nostro tempo è limitato e quindi bisogna vegliare perché non abbiamo un’altra vita.  Certo che da come viviamo oggi vivremo quel domani senza fine, perché siamo coerenti. Perché se non ci alleniamo a vedere il Bello, il Buono e il Vero ora, qui, dove viviamo, quando questi arriveranno nella forma più perfetta, potremmo essere capaci persino di girarci dall’altra parte.

Ma non basta ancora. Si dice che noi viviamo nel “già” e verso il “non ancora”. Io credo che i due siano legati. Per questo Gesù ci dice che c’è la vita eterna ma c’è anche un centuplo quaggiù da vivere.

Vegliare è cercare quel centuplo. Un centuplo che viene da Dio. Perché se Dio ci ha creato già nella creazione c’è il volto di Dio. Perché se Dio si è incarnato già nella vita umana ci sono tracce di Dio.

Vegliare è cercare quelle tracce. Che ci permettono di scommettere sulla felicità. Sicuramente incompleta, non costante, che chiede ogni giorno la pienezza che in questa vita terrena non ci è concessa totalmente, ma comunque felicità. Perché quando uno scommette sulla felicità, la felicità diventa la sua vita. E allora ogni giorno diventa un giorno dove puntare alla felicità. Dove vegliamo per capire dove si nasconde la felicità.

J.R. Rowling, l’autrice di Harry Potter, ha finito il suo discorso ad Harvard per i laureati del 2008 con una frase di Seneca: “La vita è come un racconto: non è importante quanto sia lunga, ma quanto sia buona”.

Credo che vegliare sia semplicemente cercare ogni giorno quei gesti da scrivere nel racconto della nostra vita perché sia un buon racconto e un racconto buono. E anche se non so quando arriverà il momento dell’ultima pagina, la notizia meravigliosa è che oggi posso ancora scriverla. La notizia meravigliosa è che se mi alleno ogni giorno a scrivere una pagina bella, buona, vera… non importa sapere quando sarà l’ultima pagina: ogni pagina è già un capolavoro.


Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /web/htdocs/www.animagiovane.org/home/unsecondoperme/wp-includes/formatting.php on line 3964
This entry was posted in Buona settimana, In evidenza. Bookmark the permalink.